e infezioni peri-protesiche del ginocchio rappresentano una complicanza rara e temibile di una procedura chirurgica molto frequente. Dal punto di vista della diagnosi, le indagini più utilizzate sono la conta dei leucociti, gli indici di flogosi aspecifica, la coltura del liquido sinoviale e la conta dei leucociti in esso presenti, la colorazione di Gram intra-operatoria, la coltura del tessuto bioptico periprotesico e l’allestimento intraoperatorio di preparati istologici crio-congelati. La revisione protesica in due tempi è caratterizzata da una percentuale di successo di circa il 90% e rappresenta a tutt’oggi l’opzione terapeutica più efficace, nonostante alcuni studi recenti presentino buoni risultati a lungo termine dopo revisioni in un solo tempo. Il nostro protcollo di trattamento prevede la possibilità di rinnovare il cemento spaziatore antibiotato. Infatti, se dopo l’espianto della protesi primaria ed il posizionamento del cemento antibiotato non si ha una risoluzione del quadro infettivo da un punto di vista clinico, laboratoristico e di imaging scintigrafica con leucociti marcati, preferiamo eseguire una nuova pulizia chirurgica, con debridement, rimozione del cemento spaziatore, apertura dei canali midollari di tibia e femore, allestimento di nuovi prelievi per esame colturale ed antibiogramma e posizionamento di nuovo cemento spaziatore, possibilmente variandone l’antibiotico.
La revisione in 2 tempi
IACONO, FRANCESCO;BONANZINGA, TOMMASO;
2009-01-01
Abstract
e infezioni peri-protesiche del ginocchio rappresentano una complicanza rara e temibile di una procedura chirurgica molto frequente. Dal punto di vista della diagnosi, le indagini più utilizzate sono la conta dei leucociti, gli indici di flogosi aspecifica, la coltura del liquido sinoviale e la conta dei leucociti in esso presenti, la colorazione di Gram intra-operatoria, la coltura del tessuto bioptico periprotesico e l’allestimento intraoperatorio di preparati istologici crio-congelati. La revisione protesica in due tempi è caratterizzata da una percentuale di successo di circa il 90% e rappresenta a tutt’oggi l’opzione terapeutica più efficace, nonostante alcuni studi recenti presentino buoni risultati a lungo termine dopo revisioni in un solo tempo. Il nostro protcollo di trattamento prevede la possibilità di rinnovare il cemento spaziatore antibiotato. Infatti, se dopo l’espianto della protesi primaria ed il posizionamento del cemento antibiotato non si ha una risoluzione del quadro infettivo da un punto di vista clinico, laboratoristico e di imaging scintigrafica con leucociti marcati, preferiamo eseguire una nuova pulizia chirurgica, con debridement, rimozione del cemento spaziatore, apertura dei canali midollari di tibia e femore, allestimento di nuovi prelievi per esame colturale ed antibiogramma e posizionamento di nuovo cemento spaziatore, possibilmente variandone l’antibiotico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.